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  • 13 progetti per l’economia circolare al Sud

    13 progetti per l’economia circolare al Sud

    3 Dicembre 2025

    Le iniziative sono state selezionate dalla Fondazione con il Sud attraverso un bando dedicato al tema dell’economia circolare e saranno finanziate con oltre 4,3 milioni di euro. I progetti saranno realizzati in Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

    ELENCO DEI PROGETTI SOSTENUTI>>

    La Fondazione con il Sud ha selezionato 13 nuovi progetti per favorire l’economia circolare nelle regioni del Sud Italia attraverso il contributo del terzo settore, intervenendo in una o più fasi della filiera, dalla (ri)progettazione dei prodotti per ridurre al minimo l’impatto ambientale alle strategie adottate per ridurre gli sprechi ed estendere la vita utile dei prodotti dando valore agli scarti.

    Quattro iniziative saranno avviate in Puglia (province di Lecce, Brindisi e Bari), 3 in Sicilia (province di Catania, Trapani e Palermo), 3 in Calabria (province di Reggio Calabria e Catanzaro) e 2 in Campania (province di Salerno e Napoli). A questi si aggiunge un progetto multi-regionale (Sardegna, Sicilia e Calabria).

    “La Fondazione con il Sud conferma il suo impegno per la tutela dell’ambiente e per il contrasto al cambiamento climatico”, ha dichiarato Stefano Consiglio, Presidente della Fondazione con il Sud. “Dopo i bandi precedenti dedicati alla promozione della mobilità sostenibile, della riduzione dei rifiuti e al sostegno alla nascita di comunità energetiche e sociali – che hanno permesso di finanziare oltre 40 progetti per la transizione ecologica al Sud –  crediamo che sia importante intervenire per promuovere e sensibilizzare sull’importanza cruciale dell’economia circolare. Si tratta di un processo fondamentale anche dal punto di vista sociale, traducendosi infatti in opportunità di lavoro per chi è in difficoltà, redistribuzione della ricchezza, possibilità di accedere a beni e sevizi a costi ridotti e recupero e valorizzazione di tradizioni, pratiche e saperi tradizionali”.

    I progetti, promossi da partenariati pubblico-privati guidati da Enti di terzo settore, saranno impegnati nell’avvio di strategie di economia circolare che tengano conto dell’intero ciclo di vita di un prodotto, con l’obiettivo di chiudere la filiera trasformando i processi da ‘lineari’ a ‘circolari’.

    In particolare, le iniziative che prevedono strategie di economia circolare da applicare alle fase di utilizzo del prodotto e a quella successiva metteranno in campo diverse soluzioni: dalla rete di sartorie sociali che adotteranno un modello comune per lo sviluppo di una collezione di moda sostenibile e per la riduzione al minimo degli scarti tessili, alla loro trasformazione in prodotti di sartoria circense e teatrale, attrezzi di giocoleria per circhi sociali e cuscini, cucce, pettorine per animali domestici; dal  riuso alla riparazione di giocattoli, anche elettronici, rendendoli accessibili a persone non vedenti e ipovedenti; alla valorizzazione degli scarti organici e delle biomasse (es. arance di scarto, fanghi e sansa di olive) o del compost per la produzione di fertilizzante organico; alla trasformazione degli scarti della filiera olivicola in pellet, tinture madri, oleoliti o l’estrazione dei polifenoli per l’industria cosmetica e nutraceutica; al recupero delle eccedenze alimentari di mercati, supermercati e aziende del territorio per trasformarli in pasti caldi per persone in difficoltà o prodotti confezionati (sughi pronti, zuppe) per la vendita. Ci sarà anche uno dei primi casi in Italia in cui si sperimenterà  la produzione di detersivi solidi e liquidi dal recupero dell’olio alimentare esausto, attraverso l’avvio di un saponificio sociale di comunità.

    Per ciò che riguarda la fase che precede l’utilizzo del prodotto stesso, dunque la sua progettazione, grazie al coinvolgimento degli studenti nascerà uno spin-off universitario per l’ottimizzazione delle pratiche di riuso degli scarti tessili non riutilizzabili dalle sartorie (ad esempio, per realizzare packaging e gadgets circolari) oppure sarà possibile ripensare cosa fare del materiale legnoso proveniente da alberi morti o bruciati che verrà trasformato in oggetti di ecodesign e di land art valorizzando la tradizione artigiana e riducendo il rischio di incendi boschivi. I progetti prevedono di creare concrete opportunità di formazione e inserimento lavorativo, per oltre 50 persone che si trovano in situazioni difficili, in particolare immigrati in uscita da percorsi SAI – sistema di accoglienza, donne in difficoltà (tra cui vittime di violenza), neet e disoccupati, persone con disabilità o senza fissa dimora.  Inoltre, si prevede che oltre 800 cittadini partecipino ad attività socio-educative sul tema della sostenibilità ambientale.

    CONTESTO

    Ogni anno vengono prodotte 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili (5,8 milioni di tonnellate nella sola Unione europea, ovvero 11 kg a persona)[1] la stragrande maggioranza delle quali finisce in discarica, e il 30% del cibo che produciamo viene sprecato (ovvero circa 1,3 miliardi di tonnellate)[2]. Complessivamente la realizzazione dei prodotti di uso quotidiano e la gestione del suolo sono responsabili del 45% delle emissioni di gas serra, mentre il settore energetico è responsabile del restante 55%.

    In Italia, il tasso di utilizzo circolare dei materiali è più alto della media dell’Unione europea (al 18,4% nel 2020, rispetto ad una media UE dell’11,7%) grazie agli elevati tassi di raccolta differenziata e di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti (al 72% nel 2020, rispetto ad una media UE del 53%)[3]. Il dato sull’utilizzo circolare dei materiali resta comunque distante dal target del 30% previsto dal Piano nazionale di transizione ecologica del 2021. Non ci sono differenze significative tra Centro-Nord e Sud in termini di quantità di rifiuti urbani prodotti per abitante o in termini di raccolta differenziata, ma il Sud presenta dei ritardi strutturali in termini di infrastrutture e investimenti, oltre ad abitudini di consumo ancora molto legate al tema del possesso (es. di veicoli, strumenti di lavoro) e ad una preferenza del nuovo sull’usato.

    [1] https://www.cisambiente.it/rifiuti-tessili-la-ue-accelera-sul-riuso/.

    [2] Dati FAO.

    [3] Circular economy network (2023), V Rapporto sull’economia circolare in Italia.

  • Bando per una borsa di ricerca per l’area statistica

    Bando per una borsa di ricerca per l’area statistica

    24 Novembre 2025

    Con i bambini, con la collaborazione della Società Italiana di Statistica, intende procedere a una selezione pubblica per assegnare una borsa di ricerca per l’area “Statistica”. La ricerca avrà come obiettivo l’indagine sulla raccolta dei dati sui beneficiari del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile. Candidature entro il 14 gennaio 2026.

    La ricerca avrà come obiettivo l’indagine sulla raccolta dei dati sui beneficiari del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile, di cui Con i bambini è soggetto attuatore.

    La/il ricercatrice/ore avrà la possibilità di lavorare analizzando i dati raccolti da Con i bambini e dagli enti partner durante l’implementazione dei progetti volti al contrasto della povertà educativa e fra gli output si prevede un report di ricerca eventualmente pubblicabile su una rivista specializzata e un report interno di indicazioni strategiche e operative per il committente.

    Come tutor della borsa di ricerca è stata designata Elena Ambrosetti, professoressa ordinaria di Demografia presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

    La durata della borsa è dodici mesi, rinnovabile fino a un massimo di diciotto mesi.

    La borsa di ricerca ha un importo lordo complessivo di 25 mila euro.

    La domanda di ammissione dovrà essere trasmessa tramite Pec all’indirizzo conibambini@legalmail.it inserendo come oggetto “Borsa di ricerca – Candidatura.”

    È possibile presentare le domande entro il 14 gennaio 2026.

    Bando-Borsa-di-ricerca

    Modulo-A-Candidatura-alla-borsa-di-ricerca

    Modulo-B-Informativa-candidature-borsa-di-ricerca

  • Beni confiscati: protocollo d’intesa con ANBSC

    Beni confiscati: protocollo d’intesa con ANBSC

    20 Novembre 2025

    Da sinistra: Prefetto Maria Rosaria Laganà, Direttore ANBSC, on. Wanda Ferro, Sottosegretario all’Interno, e il Presidente di Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio
    Da sinistra: Prefetto Maria Rosaria Laganà, Direttore ANBSC, on. Wanda Ferro, Sottosegretario all’Interno, e il Presidente di Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio

    Fondazione con il Sud e ANBSC (Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati) firmano protocollo d’intesa per favorire il coinvolgimento del terzo settore in valorizzazione e riuso dei beni confiscati al Sud

    Sottoscritto questa mattina al Viminale un Protocollo di intesa tra la Fondazione con il Sud e l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) volto a facilitare l’accesso degli enti di Terzo Settore alle informazioni e alle opportunità relative alla valorizzazione dei beni confiscati. Un’iniziativa che mira a potenziare l’impegno comune dei due Enti, per favorire la valorizzazione dei beni sottratti alle mafie quale strumento di alto valore rieducativo ed economico per le comunità territoriali, valorizzando il ruolo del Terzo Settore per le attività di riconversione e gestione dei beni.

    Il protocollo prevede tre linee d’azione: la realizzazione di una mappa geo-referenziata dei beni confiscati già destinati agli enti di Terzo Settore, includendo anche informazioni relative alle attività di riuso e valorizzazione svolte; la definizione di accordi di collaborazione tra l’Agenzia e le fondazioni interessate a finanziare progetti di valorizzazione dei beni con finalità sociali; la realizzazione di attività di comunicazione rivolte al Terzo Settore per dare maggiore visibilità agli strumenti attualmente attivi per la valorizzazione dei beni.

    L’accordo, di durata triennale, prevede inoltre la creazione di un gruppo di lavoro tecnico, coordinato dall’ANBSC, che svolgerà attività di studio e ricerca delle più efficaci soluzioni operative.

    “Questo Protocollo – ha commentato il Sottosegretario all’Interno on. Wanda Ferro – rafforza in modo operativo la collaborazione tra Agenzia Nazionale e Fondazione con il Sud, consolidando la filiera tra Stato, Enti locali e realtà del Terzo settore – cioè tra chi amministra, chi conosce i territori e chi genera quotidianamente coesione sociale – per realizzare interventi strutturati e ottenere risultati misurabili e una gestione più efficace dei beni confiscati. La mappa georeferenziata dei beni destinati a finalità sociali, la possibilità di attivare accordi di collaborazione specifici, l’istituzione di un gruppo tecnico di lavoro sono strumenti che renderanno più celere, trasparente, tracciabile e verificabile l’intero processo di valorizzazione”.

    “Con la firma del Protocollo – sottolinea il Direttore dell’ANBSC, Prefetto Maria Rosaria Laganà -, prosegue l’impegno dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati a realizzare collaborazioni di alto profilo con l’obiettivo di potenziare le attività tipiche e le prassi finalizzate alla destinazione alla collettività dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Ciò al fine di offrire concreto supporto e favorire i processi di valorizzazione che vedono coinvolti soprattutto soggetti impegnati in progetti di riutilizzo sociale dei beni stessi”.

    La Fondazione con il Sud è l’organizzazione più impegnata nella valorizzazione di beni confiscati nel nostro Paese. Dal 2006, ha sostenuto la valorizzazione di oltre 100 beni confiscati nel Sud Italia per un impegno economico di 25,8 milioni di euro, attraverso 5 bandi dedicati e un’iniziativa tuttora in corso. Si tratta per lo più di fabbricati (67), ma anche di terreni, aree con fabbricati e un natante. Quanto alla distribuzione regionale, gli interventi sono localizzati soprattutto in Campania (35) e Sicilia (25), a seguire in Calabria e Puglia (entrambe con 19 beni) e Sardegna (2). Il ‘tasso di sopravvivenza’ delle attività avviate all’interno dei beni confiscati oltre il termine del periodo di finanziamento è pari al 67%.

    “La Fondazione con il Sud – afferma il Presidente, Stefano Consiglio – ha contribuito alla valorizzazione di quasi il 10% dei beni confiscati in Italia affidati a enti di Terzo Settore, e alla creazione di oltre 90 partenariati. Ciò è motivo di grande orgoglio, perché crediamo profondamente in questo modello di intervento basato sulla restituzione dei beni alle comunità territoriali. Le organizzazioni di Terzo settore possono fare davvero la differenza, perché conoscono bene le caratteristiche e i bisogni dei vari territori. Un processo che non ha solo un impatto sociale, ma anche economico, generando lavoro e producendo beni e servizi di pubblica utilità, con l’obiettivo per l’imprenditoria sociale di auto-sostenersi nel tempo. Sono oltre 320 i posti di lavoro generati al Sud nell’ambito dei progetti che abbiamo sostenuto. A 5 anni dalla fine dell’erogazione, moltissime imprese sociali sono pienamente operative e in grado di fornire servizi al territorio. Sottoscriviamo quindi con grande fiducia il Protocollo di intesa con l’ANBSC: un’operazione che punta a facilitare sempre più il coinvolgimento del Terzo Settore e a mettere a fattor comune le reciproche competenze, promuovendo una proficua collaborazione tra pubblico e privato sociale”.

     

  • Premio GenP: le dieci organizzazioni finaliste

    Premio GenP: le dieci organizzazioni finaliste

    7 Novembre 2025

    Sono state annunciate le dieci organizzazioni finaliste di GenP – Giovani che partecipano, l’iniziativa promossa da Acri – l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria – dedicata alle organizzazioni del Terzo settore che valorizzano il protagonismo giovanile nei processi decisionali, nella progettazione e realizzazione degli interventi.

    I progetti finalisti sono:

    • Afroveronesi Summer Festival – associazione Afroveronesi, Verona
    • BenEssere InCorso – Univox ETS, Bari
    • Casa ACMOS – ACMOS APS, Torino
    • Centro Giovani Flood – Flood APS, Mordano (Bo)
    • Climate Training Camp – Change For Planet, Firenze
    • I fumi della fornace – Congerie APS, Montecassiano (Mc)
    • Lo Snodo – Lo Snodo APS, Erba (Co)
    • Scambi Festival – Oltre APS, Sanremo (Im)
    • Vicolo della Cultura – Vicolo della Cultura APS, Napoli
    • Zona Futura – Futura APS, Francavilla al Mare (Ch)

    Le dieci iniziative finaliste, selezionate tra 481 candidature provenienti da tutto il Paese, rappresentano un quadro articolato e vitale dell’impegno giovanile: festival culturali e spazi di comunità, centri giovanili autogestiti e luoghi rigenerati che favoriscono l’aggregazione, progetti di cittadinanza attiva e legalità, percorsi dedicati al benessere psicologico e alla transizione ecologica che offrono strumenti concreti di responsabilità e partecipazione.

    Tra questi dieci finalisti, la giuria individuerà i tre vincitori, che saranno proclamati nel corso di un evento in programma a Roma il 9 dicembre 2025. Le organizzazioni vincitrici riceveranno un contributo di 10mila euro ciascuna.

    La giuria del premio è composta da: Ferruccio de Bortoli, giornalista; Lucrezia Ferrara, già nello Young Advisory Board della Fondazione Compagnia di San Paolo; Luca Gori, presidente della Commissione Terzo settore di Acri; Clara Morelli, autrice Will Media; Giancarlo Moretti, portavoce del Forum Nazionale del Terzo settore; Tommaso Salaroli, cofondatore e amministratore delegato di Scomodo; Giuseppe Pierro, capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale.

    Scopri di più sul sito dedicato al premio.

  • Kètos e il San Paolo Dolphin Refuge per il benessere dei delfini

    Kètos e il San Paolo Dolphin Refuge per il benessere dei delfini

    6 Novembre 2025

    In un’area di sette ettari protetta dall’isola di San Paolo, la più piccola delle isole Cheradi, nasce il San Paolo Dolphin Refuge, frutto della collaborazione con un team internazionale di esperti.

    Nel mare dove nuotano liberi Tursiopi, Stenelle, Grampi e Capodogli, i delfini provenienti da strutture zoologiche e centri di ricerca saranno accolti in un ambiente marino controllato, dove potranno gradualmente riadattarsi a condizioni naturali e vivere in sicurezza, monitorati attraverso le tecnologie più innovative.

    Grazie al sostegno di Fondazione con il Sud, sono ormai quasi ultimate le opere a mare del San Paolo Dolphin Refuge, e oggi si avvia ufficialmente il percorso di allestimento, all’interno dei nuovi spazi del Centro Ketos al primo piano di Palazzo Amati, della ”Control room” e di uno dei due laboratori, il secondo sarà allestito in mare.

    Dopo questi ultimi passaggi sarà avviato il completamento dell’iter autorizzativo per la presa in carico dei delfini che dovrebbe avvenire entro la fine del 2026; in base alla normativa vigente, l’estensione delle vasche consentirebbe di ospitare fino a 17 esemplari. Il numero effettivo sarà tuttavia inferiore e determinato in funzione di diversi fattori, valutati caso per caso in relazione alle caratteristiche dei singoli soggetti individuati.

    Nel frattempo la Jonian Dolphin Conservation potrà già iniziare l’attività di selezione e di preparazione dei delfini, svolta in collaborazione con le strutture zoologiche.

    Oltre a completare la formazione del proprio personale con nuove skill, la JDC ha già selezionato un team internazionale di veterinari e di esperti del settore ai massimi livelli.

    Grazie alla sinergia tra gli enti di terzo settore (Jonian Dolphin Conservation e Fondazione con il Sud), le Istituzioni e i più importanti centri di ricerca e strutture zoologiche internazionali, con il San Paolo Dolphin Refuge il nostro Paese si pone all’avanguardia in questo particolare settore, in coerenza con le linee guida europee che dal 2021 chiariscono l’applicazione delle norme sulla cattività e rafforzano i controlli, un quadro normativo che identifica i cetacei come specie prioritarie da tutelare.

    In questo contesto nel 2021 la Francia ha approvato una legge che vieta spettacoli, riproduzione e nuove acquisizioni di cetacei a partire dal 2026, normativa che nello stesso anno ha portato Parc Asterix Paris a chiudere il proprio delfinario e che, in tempi più recenti, ha contribuito alla chiusura di Marineland Antibbes sulla Costa Azzurra, il più grande parco marino europeo.

    La normativa di Grecia, Cipro, Slovenia e Croazia vieta la detenzione di cetacei a fini commerciali, mentre in Gran Bretagna i delfinari sono stati chiusi da tempo.

    Il progetto San Paolo Dolphin Refuge, promosso dall’ente di ricerca Jonian Dophin Conservation e sostenuto dalla Fondazione con il Sud, è stato illustrato nei dettagli a Palazzo Amati, negli spazi di Ketos, il Centro Euromediterraneo del mare e dei cetacei.

    L’evento di presentazione del progetto è stato promosso in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia, nell’ambito della partnership istituzionale tra Ambasciata e Fondazione con il Sud volta promuovere i legami tra la Spagna e il Sud Italia e i valori dell’amicizia tra popoli del Mediterraneo, attraverso iniziative sociali generative in ambito culturale e scientifico, e in collaborazione con il Comune di Taranto.

    Sono intervenuti Marco Imperiale, Direttore generale della Fondazione con il Sud, Carlos Tercero, Consigliere Culturale e Scientifico dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Mattia Giorno, Vicesindaco di Taranto,  Stella Falzone, direttrice MarTA Taranto, Caterina Ronconi, referente Beni culturali Fondazione con il Sud , Vittorio Pollazzon, Presidente Jonian Dolphin Conseervation, Bruno Díaz López, biologo Fondatore e Direttore del Bottlenose Dolphin Research Institute (BDRI) di O Grove in Spagna, Francesco Cosa, Assessore alla Blue Economy Comune di Taranto  e, infine, Carmelo Fanizza, founder della JDC e responsabile del progetto San Paolo Dolphin Refuge.

    Aprendo l’incontro, Marco Imperiale, Direttore generale della Fondazione con il Sud, ha dichiarato: «il Centro Kètos, oltre a essere un’eccellenza ormai internazionale, rappresenta una bella storia di collaborazione tra pubblico e privato sociale. Abbiamo recuperato e valorizzato Palazzo Amati insieme al Comune di Taranto per renderlo uno spazio fruibile, da giovani e cittadini. Un’esperienza replicata recentemente anche a Lecce e Catanzaro, per creare sinergie capaci di generare opportunità di partecipazione e sviluppo grazie al Terzo settore. Dopo il piano terra, anche il primo e secondo piano di Palazzo Amati saranno dedicati al mare e ospiteranno la control room del San Paolo Dolphin Refuge. Siamo molto contenti di contribuire a questo grande progetto, unico in Europa e nel Mediterraneo, e che l’iniziativa nasca proprio a Taranto. La Fondazione con il Sud nel 2014 ha pubblicato un bando specifico per Taranto dal titolo provocatorio “Ambiente è sviluppo” proprio per superare l’assurda contrapposizione tra tutela ambientale e sviluppo. Ed è significativo per noi che questo progetto venga presentato insieme all’Ambasciata di Spagna con cui da oltre sei anni promuoviamo i legami con il Sud Italia attraverso iniziative sociali generative in ambito culturale e scientifico. Il mare di Taranto, da non dimenticare, è lo stesso mare che unisce tutti i popoli del Mediterraneo».

    La parola è passata a Vittorio Pollazzon, presidente di Jonian Dolphin Conservation, che ha sottolineato come «si consolida il ruolo di Palazzo Amati quale polo scientifico e divulgativo di altissimo livello. Con il nuovo intervento di Fondazione con il Sud i delfini ospitati nella struttura situata nei pressi dell’Isola di San Paolo saranno monitorati attraverso le tecnologie più innovative dalla “control room” all’interno degli spazi del Centro Kètos al primo piano di Palazzo Amati. Il San Paolo Dolphin Refuge, frutto della collaborazione con un team internazionale di esperti, proietta la Jonian Dolphin Conservation in una dimensione sempre più Europea».

    Un concetto ripreso da Carmelo Fanizza, founder della JDC e responsabile del progetto San Paolo Dolphin Refuge: «Grazie a collaborazioni ormai consolidate come quella con Fondazione con il Sud, l’Italia ospiterà il primo centro del Mediterraneo nel quale i delfini provenienti da strutture zoologiche e da centri di ricerca saranno accolti in un ambiente marino controllato, dove potranno gradualmente riadattarsi a condizioni naturali. Il San Paolo Dolphin Refuge costituisce un modello sperimentale e replicabile che favorirà lo sviluppo di nuovi protocolli e infrastrutture per la gestione sostenibile e il benessere a lungo termine dei cetacei».

    Mattia Giorno, Vicesindaco di Taranto, ha affermato che «sono qui per testimoniare la ferma volontà del Comune di Taranto di continuare il percorso condiviso che ci vede insieme a Fondazione con il Sud e alla Jonian Dolphin Conservation per creare in Palazzo Amati un polo di livello europeo per la divulgazione e la ricerca scientifica; è iniziato dieci anni fa con la consegna del piano terra di questo storico edificio, in cui nel 2019 è stato poi inaugurato Ketós Centro euromediterraneo del mare e dei cetacei, e oggi siamo sempre insieme per dare il via all’’allestimento del primo e del secondo piano, in cui sarà realizzata la “Control room” del San Paolo Dolphin Refuge, un nuovo progetto che vede Taranto protagonista a livello europeo e oltre. Questa è la strada per la valorizzazione la nostra “risorsa mare” inserita in una più ampia visione di quella Blue economy attraverso cui passa il futuro del nostro territorio».

  • Catanzaro, complesso del San Giovanni: selezionato progetto per la valorizzazione

    Catanzaro, complesso del San Giovanni: selezionato progetto per la valorizzazione

    3 Novembre 2025

    L’iniziativa è stata selezionata attraverso un Avviso Pubblico frutto di una sinergia tra il Comune di Catanzaro, l’Università Magna Graecia e la Fondazione con il Sud. Ora parte la fase di coprogettazione esecutiva, in cui saranno coinvolte le organizzazioni promotrici del progetto, che porterà alla definizione dell’accordo di partenariato speciale pubblico-privato con il Comune e l’Università Magna Graecia. La Fondazione con il Sud potrà sostenere l’iniziativa con un contributo fino a 500 mila euro.

    Il Complesso Monumentale del San Giovanni, tra i simboli identitari di Catanzaro, si prepara a vivere una nuova stagione di rinascita. Dopo anni di trasformazioni, il Complesso Monumentale diventerà presto uno spazio capace di generare cultura, inclusione e partecipazione. Un altro passo significativo verso la rigenerazione di uno dei luoghi più rappresentativi della città è stato compiuto grazie all’Avviso Pubblico promosso congiuntamente da Comune di Catanzaro, Università Magna Graecia e Fondazione Con il Sud, che ha portato alla selezione del progetto presentato da Agorà Kroton Società Cooperativa Sociale a r.l., individuato per trasformare il San Giovanni in un centro culturale vivo, inclusivo e sostenibile, aperto a tutta la comunità. 

    Il partenariato guidato da Agorà Kroton, che coinvolge organizzazioni del territorio, propone un modello innovativo capace di intrecciare cultura, educazione e inclusione sociale. L’obiettivo è quello di trasformare il San Giovanni in un autentico ecosistema collaborativo e generativo, punto di riferimento per la vita culturale e sociale della città.

    Ora parte la fase di coprogettazione esecutiva in cui saranno coinvolte le organizzazioni promotrici del progetto che porterà alla definizione dell’accordo di partenariato speciale pubblico-privato con il Comune e l’Università Magna Graecia. La Fondazione con il Sud potrà sostenere l’iniziativa con un contributo fino a 500 mila euro. Al termine della fase di coprogettazione prevista nei prossimi mesi, i contenuti del progetto, con i dettagli sulla valorizzazione e fruizione pluriennale del Complesso, saranno presentati con apposita campagna di comunicazione.

    “Questo progetto rappresenta un passaggio fondamentale per la valorizzazione del San Giovanni e per la crescita culturale e sociale della nostra città – ha dichiarato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita –. Attraverso lo strumento del partenariato pubblico-privato si realizza un modello virtuoso che vede il Comune partecipe in ogni fase, dalla coprogettazione alla gestione, insieme agli altri soggetti istituzionali e sociali coinvolti. È un metodo che rafforza il legame tra le istituzioni e la comunità e che dimostra come il pubblico e il privato possano unire forze e competenze per generare valore condiviso”.

    Sulla stessa linea, il Presidente della Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio, ha sottolineato: “Il Complesso del San Giovanni a Catanzaro ospiterà presto nuove opportunità per la comunità, con occasioni per rafforzare legami e favorire l’integrazione lavorativa e sociale. Siamo molto contenti di questo risultato che è il frutto di un’importante collaborazione tra pubblico e privato sociale, una sinergia in cui crediamo fermamente e in cui ormai da diverso tempo la Fondazione con il Sud investe, nella convinzione che sia fondamentale per dar vita a esperienze di rigenerazione, cambiamento e sviluppo vero e duraturo del nostro Sud”.

    “Questo modello innovativo – ha dichiarato il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda – porterà ulteriore valore alla vita culturale e sociale. L’Ateneo di Catanzaro è parte attiva in questo processo di sviluppo e valorizzazione che coniuga perfettamente formazione ed inclusione nel cuore del centro storico della città. Il progetto regalerà una nuova vita al Complesso monumentale del San Giovanni, luogo in cui da anni si svolgono tutte le attività di alta formazione dell’Umg che saranno ulteriormente potenziate con azioni mirate e condivise”.

  • KETOS E IL SAN PAOLO DOLPHIN REFUGE

    KETOS E IL SAN PAOLO DOLPHIN REFUGE

    29 Ottobre 2025

    Nel Golfo di Taranto nasce il primo rifugio marino d’Europa per delfini in cattività

    GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE 2025

    TARANTO, ORE 15:00 – 16:30

    Kètos – Centro Euromediterraneo del Mare e dei Cetacei

    (Palazzo Amati, vico Vigilante)

    In un’area di sette ettari protetta dall’isola di San Paolo, la più piccola delle isole Cheradi, nasce il San Paolo Dolphin Refuge, frutto della collaborazione con un team internazionale di esperti. Nel mare dove nuotano liberi Tursiopi, Stenelle, Grampi e Capodogli, i delfini provenienti da strutture zoologiche e centri di ricerca saranno accolti in un ambiente marino controllato, dove potranno gradualmente riadattarsi a condizioni naturali, vivere in sicurezza, monitorati attraverso le tecnologie più innovative dalla control room all’interno dei nuovi spazi del Centro Ketos al primo piano di Palazzo Amati. Il San Paolo Dolphin Refuge costituisce un modello sperimentale e replicabile che, in collaborazione con le strutture zoologiche europee, potrà favorire lo sviluppo di nuovi protocolli e infrastrutture per la gestione sostenibile e il benessere a lungo termine dei cetacei.

    Il progetto San Paolo Dolphin Refuge, promosso dall’ente di ricerca Jonian Dophin Conservation e sostenuto dalla Fondazione con il Sud, verrà illustrato nei dettagli il prossimo 6 novembre alle ore 15 a Palazzo Amati, negli spazi di Ketos, il Centro Euromediterraneo del mare e dei cetacei.

    L’ evento di presentazione del progetto è promosso in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia, nell’ambito della partnership istituzionale tra Ambasciata e Fondazione con il Sud volta promuovere i legami tra la Spagna e il Sud Italia e i valori dell’amicizia tra popoli del Mediterraneo, attraverso iniziative sociali generative in ambito culturale e scientifico, e in collaborazione con il Comune di Taranto.

    PROGRAMMA

    Ore 15:00

    Saluti istituzionali

    Mattia Giorno, Vice Sindaco di Taranto
    Stefano Consiglio, Presidente Fondazione con il Sud
    Carlos Tercero, Consigliere Culturale e Scientifico dell’Ambasciata di Spagna in Italia

    Palazzo Amati e il Centro Ketos

    Marco Imperiale, Direttore generale Fondazione con il Sud
    Vittorio Pollazzon, Presidente Associazione Jonian Dolphin Conservation
    Stella Falzone, Direttrice MArTa – Museo Archeologico Nazionale di Taranto 

    Presentazione progetto San Paolo Dolphin Refuge

    Carmelo Fanizza, Fondatore e Responsabile San Paolo Dolphin Refuge
    Robert Gojceta, Responsabile Oceanografico di Valencia, Coordinatore dell’EEP (European Ex-situ Programme) dell’Associazione Europea di Zoo e Acquari (EAZA).

  • Mercoledì 29 ottobre: assistenza telefonica straordinaria

    Home › News › Mercoledì 29 ottobre: assistenza telefonica straordinaria

    Mercoledì 29 ottobre: assistenza telefonica straordinaria

    28 Ottobre 2025

    Mercoledì 29 ottobre, in occasione della scadenza del Bando “Sport e inclusione”,  l’ufficio Attività Istituzionali fornirà assistenza telefonica dalle ore 14:30 alle ore 17:30. La scadenza del Bando è prevista, infatti, per il 30 ottobre alle ore 13:00.

    Maggiori informazioni sul bando sono disponibili al seguente link >> fondazioneconilsud.it/news/sport-e-inclusione-nuovo-bando/

  • Forum Terzo Settore: Moretti eletto nuovo portavoce

    Home › News › Forum Terzo Settore: Moretti eletto nuovo portavoce

    Forum Terzo Settore: Moretti eletto nuovo portavoce

    22 Ottobre 2025

    Giancarlo Moretti è il nuovo portavoce del Forum Terzo Settore, l’ente di rappresentanza del Terzo settore italiano che associa oltre 100 reti nazionali di Terzo settore per 120mila sedi territoriali.

    La Fondazione con il Sud e Con i bambini ringraziano Vanessa Pallucchi per il prezioso lavoro svolto come portavoce del Forum Terzo Settore. In questi quattro anni di mandato ha sempre messo al centro l’importanza dell’impegno sociale e della società civile, rivendicando il loro ruolo attivo in ogni processo di democrazia partecipata.

    Continueremo nella proficua collaborazione. A Giancarlo Moretti, nuovo portavoce e a tutti i componenti degli organi eletti auguriamo di poter svolgere il proprio mandato in armonia con le organizzazioni e attraverso un proficuo dialogo con le istituzioni e il territorio.

  • Lecce, il castello Carlo V si apre alla città

    Lecce, il castello Carlo V si apre alla città

    7 Ottobre 2025

    Con l’Open Day del 5 ottobre 2025, il Castello Carlo V di Lecce si apre alla città in una nuova veste. Il progetto deriva dell’accordo di partenariato pubblico-privato che vede insieme la Direzione Regionale Musei Puglia e l’Associazione temporanea di imprese «Open Castle» composta da The Monuments People, Consorzio «Sale della Terra» e Socioculturale scs – con il sostegno di Fondazione con il Sud.

    L’iniziativa risponde all’obbiettivo del partenariato di incoraggiare la partecipazione attiva del Terzo Settore e il coinvolgimento della comunità e dei soggetti che intendono contribuire allo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio.

    Il castello, una delle opere fortificate più importanti della Puglia, sarà abitato da una comunità creativa, sociale, educativa e diventerà uno spazio di accoglienza e partecipazione. Ci saranno visite guidate, laboratori per bambini e adulti, attività artigianali, un hub creativo e un bar sociale. Particolare attenzione sarà rivolta ai percorsi educativi e all’inclusione, con iniziative dedicate a scuole, famiglie, cittadini e visitatori.

    Questo progetto di gestione e valorizzazione è il primo esperimento di partenariato pubblico-privato su un edificio statale di così grandi dimensioni. Il castello, si presta così a diventare autentico simbolo della memoria storica collettiva, e con il progetto Open Castle si prepara a diventare un modello culturale innovativo, sostenibile e diversificato.