14 progetti di ricerca nel mezzogiorno sostenuti dalla Fondazione Con Il SUD
Assegnati 4 milioni di euro di risorse private dalla Fondazione CON IL SUD. Verranno sostenuti 14 progetti di ricerca in atenei e centri di eccellenza del Mezzogiorno. La Puglia al primo posto con sette proposte selezionate. Seguono Sardegna, Campania, Calabria e Sicilia.
Borgomeo: “L’obiettivo non è contrastare la fuga di ‘cervelli’, ma attrarre le menti migliori”
Roma, 21 maggio 2019
C’è chi dall’Italia è andato via per inseguire il sogno della ricerca e ora punta a rientrare, chi proviene dai laboratori italiani del Centro-Nord e chi arriva da terre lontane per portare il proprio lavoro di ricerca nel nostro Paese. Per tutti, una destinazione comune: i centri di ricerca del Mezzogiorno.
14 ricercatori, di cui 3 stranieri (originari di Giappone, Brasile ed Equador), età media: 35 anni. Sono i selezionati della quinta edizione del bando sul capitale umano ad alta qualificazione Brains to South, promosso da Fondazione CON IL SUD con l’obiettivo di “attrarre” giovani scienziati nei centri di ricerca e nei dipartimenti universitari del meridione, anche nell’ottica di sviluppare e potenziare carriere indipendenti e rafforzare le relazioni scientifiche internazionali.
Complessivamente, sono stati assegnati 4 milioni di euro di risorse private per progetti di ricerca applicata a forte valenza innovativa, con trasferibilità in ambito sociale e con un potenziale impatto socio-economico. Le ricerche avranno una durata di 36 mesi con un contributo medio per progetto di circa 300.000 euro.
Le proposte sono state presentate direttamente da giovani ricercatori stranieri e italiani che svolgono la propria attività all’estero o nel Centro-Nord da almeno 3 anni. Ciascuno assumerà il ruolo di principal investigator e avrà la responsabilità di condurre il proprio progetto presso un ente di ricerca meridionale (host institution) individuato dallo stesso ricercatore.
In totale, i progetti coinvolgeranno circa 40 centri di ricerca italiani e stranieri.
Sono 14 i progetti selezionati, tra 41 proposte presentate dai ricercatori: 4 operano nel settore dell’ambiente (per un totale di circa 1,1 milioni di euro assegnati); 5 afferiscono all’area medicina (1,3 milioni di euro); 5 riguardano il settore tecnico-ingegneristico (1,6 milioni di euro).
Si va dallo sviluppo di un muscolo artificiale 3D interamente in vitro per il contrasto alla distrofia muscolare, allo studio del prototipo di una nuova macchina PET con ridotte radiazioni per i pazienti per la rilevazione precoce dei tumori. Dalla creazione della prima biobanca italiana per analizzare i disturbi da uso di sostanze e porre le basi per trattamenti personalizzati, alla ricerca per ottimizzare lo scavo meccanizzato delle gallerie per l’infrastrutturazione dell’appennino meridionale. C’è poi il progetto per il monitoraggio più accurato dei fenomeni di cambiamento globale della superficie terrestre attraverso l’integrazione di diverse metodologie per il telerilevamento. Di particolare interesse anche la ricerca per la riduzione dell’impatto degli inquinanti nello smaltimento delle marmitte, favorendo al contempo il recupero di metalli preziosi, così come lo studio per individuare nuovi obiettivi terapeutici per l’osteoartrite, malattia disabilitante che colpisce prevalentemente la popolazione del Sud.
È la Puglia la regione con il maggior numero di progetti selezionati e risorse conferite (5 su Bari e 2 su Lecce per oltre 2,1 milioni di euro); segue la Sardegna con 3 proposte che interessano l‘Università di Cagliari. Infine, 2 progetti saranno realizzati in Campania, esattamente a Napoli, 1 in Calabria a Catanzaro e 1 in Sicilia a Palermo.
“A fronte del buon esito dei Bandi precedenti – afferma Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD – siamo contenti che anche i curricula e i progetti selezionati per Brains to South 2018 esprimano caratteristiche di particolare originalità e di elevata qualità accademica. Si tratta di un’importante opportunità per i ricercatori, che hanno la responsabilità diretta del progetto, ma anche dei ricentri di ricerca ospitanti, che potranno implementare gli investimenti sia sul piano della strumentazione, che delle risorse umane e dei materiali di consumo. Più in generale – conclude Borgomeo – è un’opportunità per il nostro Sud, per i territori che tornano a ‘richiamare’. L’obiettivo non è contrastare la fuga di ‘cervelli’, ma attrarre le menti migliori al Sud. È questo il significato del Bando e la visione che portiamo avanti attraverso le varie iniziative della Fondazione”.
Beni Confiscati: accordo tra Fondazione CON IL SUD e comune di Napoli
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Beni Confiscati: firmato Accordo tra Fondazione CON IL SUD e Comune di Napoli
20 Maggio 2019
La firma dell’accordo sui Beni Confiscati tra Carlo Borgomeo e Luigi De Magistris
Borgomeo: “importante occasione di sperimentazione su tema decisivo per legalità e sviluppo”
Oggi, presso la Sala dei Sedili di Palazzo San Giacomo a Napoli, il Presidente di Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo e Il Sindaco Luigi de Magistris hanno firmato un Accordo di collaborazione per la valorizzazione dei Beni Confiscati alle mafie trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune di Napoli.
Con l’accordo, i soggetti già affidatari di beni confiscati del Comune di Napoli potranno partecipare alla procedura di selezione per l’ammissione al finanziamento di 4 milioni di euro, messi a disposizione dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando Beni Confiscati. L’obiettivo è avviare una best practice da estendere ad eventuali ulteriori opportunità di finanziamento pubbliche o private, nell’intento di valorizzare al massimo i beni confiscati alle mafie.
“Piena soddisfazione – dichiara il Presidente di Fondazione CON IL SUD Carlo Borgomeo – voglio esprimere riguardo l’Accordo con il Comune di Napoli, in quanto può costituire un’importante occasione di sperimentazione e di proposta su un tema decisivo per la legalità e lo sviluppo”.
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ACCORDO TRA L’AMBASCIATA DI SPAGNA IN ITALIA E LA FONDAZIONE FOQUS PER LA RIGENERAZIONE DEI QUARTIERI SPAGNOLI DI NAPOLI PRIMO PAESE EUROPEO A PARTECIPARE ALLO SVILUPPO CULTURALE E SOCIALE DI UN QUARTIERE AD ALTA FRAGILITÀ DI UNA CITTÀ ITALIANA
Si è tenuta il 6 maggio, presso la Fondazione FOQUS, alla presenza dell’Ambasciatore di Spagna in Italia Alfonso Dastis, la cerimonia ufficiale per la sottoscrizione di un Accordo di Collaborazione con cui la Spagna si impegna a partecipare ai programmi di sviluppo culturale e sociale promossi da FOQUS nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Per la prima volta un Paese europeo partecipa, attraverso la propria Ambasciata, a un progetto italiano di rigenerazione urbana, mettendo a disposizione la cultura, le competenze e le migliori pratiche in atto in Spagna nei settori della rigenerazione urbana, dell’educazione e dello sviluppo, pratiche che hanno portato in questi anni a riequilibrare l’antico divario di sviluppo tra il Nord e il Sud di quel Paese.
L’accordo prevede che l’Ambasciata di Spagna in Italia, partecipando al progetto di rigenerazione dei Quartieri che portano sin dal XVI secolo il titolo di “Spagnoli”, avvii un programma che ne valorizzi l’identità originaria, riconnettendone la storia alla Spagna contemporanea. Per il primo biennio 2019-2020 l’accordo prevede, oltre all’apertura di relazioni di collaborazione e scambio, anche la realizzazione di “un Festival del Cinema spagnolo in Italia” (luglio) e “una mostra collettiva di artisti contemporanei spagnoli” (novembre).
“L’Ambasciata di Spagna in Italia – si legge inoltre – potrà considerare anche la possibilità di realizzare ulteriori iniziative nell’ambito di un progetto di valorizzazione dell’identità spagnola dei Quartieri Spagnoli e di partecipazione al programma di rigenerazione urbana e socio-culturale dei Quartieri stessi”. Inoltre “la Fondazione sin d’ora dichiara la volontà di aprire contatti collaborativi e di scambio con istituzioni scolastiche e scuole di innovazione pedagogica, con cui le Scuole paritarie “Dalla Parte Dei Bambini”, che operano all’interno dei Quartieri Spagnoli e della Fondazione, anche nell’ambito dei programmi comunitari, potranno avviare comuni progettualità formali e informali”.
L’evento rientra nell’ambito del programma “La Cultura è Capitale”, promosso per il 2019 dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia in collaborazione con la Fondazione CON IL SUD. Alla cerimonia pubblica, oltre all’Ambasciatore, hanno partecipato il Console Generale José Luis Solano Gadea, il Consigliere per la Cultura Ion de la Riva Guzman,Rachele Furfaro e Renato Quaglia, Presidente e Direttore della Fondazione FOQUS, Carlo Borgomeo Presidente della Fondazione CON IL SUD, il Direttore dell’Istituto Cervantes Ferrán Ferrando Melià. Ha partecipato il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
“Per combattere il degrado che alimenta il senso di insicurezza nei quartieri della fragilità sociale delle nostre città – afferma Rachele Furfaro, Presidente della Fondazione FOQUS – è necessario investire in cultura e in progetti educativi, unici strumenti capaci di generare partecipazione, dialogo vero con il territorio e di determinare un reale cambiamento sociale. La Spagna, per prima in Europa, si affianca in questa prospettiva all’impegno quotidiano della Fondazione FOQUS e di Napoli per l’emancipazione di uno dei suoi quartieri storicamente più difficili”. Renato Quaglia, Direttore della Fondazione FOQUS, aggiunge: “La cooperazione internazionale e tra città europee, se affiancata a coraggiose innovazioni socio-economiche, può essere l’inizio di una nuova fase dei programmi di rigenerazione urbana in Italia, lo strumento per un più efficace contrasto all’emarginazione, al disagio, al degrado delle periferie delle città italiane”.
“La collaborazione con l’Ambasciata di Spagna è per noi motivo di orgoglio, perché riconosce la dimensione pubblica della Fondazione CON IL SUD ma soprattutto la visione di uno sviluppo che pone al centro la cultura e il sociale quali leve fondamentali per il cambiamento – afferma Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD -. Con questa straordinaria iniziativa ai Quartieri Spagnoli si stringe un’amicizia di senso con la Spagna, testimoniata da un programma culturale congiunto che, partendo simbolicamente da Napoli, nei prossimi mesi farà tappa in altre città meridionali”.
Nel corso della giornata due importanti iniziative artistiche hanno inaugurato la collaborazione tra l’Ambasciata di Spagna e la città di Napoli: l’artista spagnolo José Molina ha donato la scultura “Hermanos” (commissionata dall’Ambasciata di Spagna) alla Fondazione FOQUS, che la installerà nei propri spazi (in allegato la scheda e foto dell’opera e dell’artista); mentre lo street artist napoletano Iabo ha donato l’opera “Don Pedro” (iniziativa e produzione di INWARD, co-promossa dalla Fondazione FOQUS) all’Ambasciatore di Spagna (in allegato scheda e foto dell’opera, dell’artista e Inward).
Le prime 10 stampe d’autore (di 30) del “Don Pedro” (il Viceré spagnolo Pedro Àlvarez de Toledo, che fece costruire via Toledo e i Quarteras, dando nuovo e ancora attuale impianto urbanistico alla città) sono state consegnate prima della cerimonia dallo stesso Iabo e dallo staff di INWARD ad altrettanti artigiani, commercianti, esercenti e abitanti dei Quartieri Spagnoli come segno di riconoscenza “per aver continuato a credere nel Quartiere”, scegliendo di rimanere a vivere e a condurre qui le proprie attività nel corso degli anni.
Il Viceré spagnolo Pedro Àlvarez de Toledo è anche protagonista di un’ulteriore azione artistica. I giovani di DiscoveringQS (ragazzi residenti nei Quartieri Spagnoli e impegnati con l’Associazione Hermes – Turismo e Beni culturali) lo hanno scelto per animare, insieme ad altre figure centrali nella storia dei Quartieri Spagnoli (da Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, a Giacomo Leopardi e Eleonora Pimentel Fonseca) l’edicola votiva che gli artisti del gruppo Guerrilla Spam avevano realizzato a febbraio scorso all’ingresso della Fondazione, lungo Via Portacarrese. L’edicola votiva, adottata ora dai giovani di DiscoveringQS, arricchisce il vastissimo ambito di edicole votive (più di 400) dei Quartieri Spagnoli.
La povertà educativa minorile in Italia: i giornalisti parte integrante della “comunità educante”
ROMA – 8 Maggio 2019
Da shutterstock.com
Venerdì 31 maggio, presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, si terrà l’incontro “La povertà educativa minorile in Italia: i giornalisti parte integrante della comunità educante“, promosso dall’impresa sociale Con i Bambini e dall’Ordine Nazionale del Giornalisti per riflettere sulla narrazione della povertà educativa minorile oltre i fatti di cronaca.
In Italia oltre 1,2 milioni di minori vivono in condizione di povertà assoluta. La povertà economica è spesso causata dalla povertà educativa: le due si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. Dal 2016 è operativo il “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”, promosso da Fondazioni di origine bancaria, Governo e Forum Terzo Settore, destinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”.
Povertà educativa minorile significa diritti negati, mancanze di opportunità e futuro a rischio. Istruzione, salute, sport, cultura, informazione, rappresentano alcuni ambiti interessati dal fenomeno, presente in tutta Italia ma più marcato nelle grandi periferie urbane, nelle aree interne, al Sud. Per un fenomeno complesso e articolato occorre una risposta corale e di responsabilità diffusa, attivando le “comunità educanti” ovvero coloro che a vario titolo incidono sulla crescita di bambini e ragazzi (scuola, istituzioni locali, famiglie, privato sociale, informazione, ecc.).
Con i Bambini – società senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD – ha il compito di attuare i programmi del Fondo. Attualmente sono oltre 270 i progetti avviati, coinvolgendo oltre 400.000 bambini, ragazzi e loro famiglie colpiti dal fenomeno, e 6.300 organizzazioni tra scuole, terzo settore, enti pubblici e privati.
Il diritto all’informazione ed essere informati, così come l’opportunità di rappresentare il fenomeno complessivo della povertà educativa minorile e non solo i singoli aspetti di cronaca (periferie, dispersione scolastica, drammi familiari, baby gang, lavoro minorile, ecc), tenendo ovviamente conto della deontologia professionale, saranno al centro dell’incontro formativo promosso da Con i Bambini e l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, che si terrà venerdì 31 maggio dalle ore 15:00 alle 18:00 presso il Palazzo delle Esposizionidi Roma, in Via Nazionale 194.
In particolare, sarà illustrato l’Osservatorio povertà educativa #conibambini, realizzato da Openpolis e Con i Bambini, allo scopo di approfondire e qualificare la riflessione, il dibattito e le proposte di intervento sul fenomeno. L’Osservatorio, attraverso la costruzione di una banca dati lungo 4 dimensioni tematiche principali (scuola, cultura, servizi sociali e sport) consente, per la prima volta, l’analisi di questi fenomeni su scala comunale o sub-comunale. La pubblicazione di report annuali e aggiornamenti settimanali avviene online e nella logica di data journalism, con il rilascio in formato aperto dei dati raccolti, sistematizzati e liberati per produrre le analisi dell’osservatorio, con l’obiettivo di stimolare un’informazione basata sui dati.
Parteciperanno all’incontro: Paola Spadari, presidente Ordine Giornalisti Lazio; Carlo Verna, presidente Consiglio Nazionela Ordine dei Giornalisti; Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini; Vincenzo Smaldore, responsabile Openpolis; Ivano Maiorella, direttore Giornale Radio Sociale; Maria Teresa Martinengo, giornalista; Alberto Lazzarini, presidente Commissione Cultura Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti.
Testimonianze di: Tiziana Piacentini, progetto #Altafrequenza; Cecilia Cruciani, progetto Solo posti in piedi.
L’incontro consente ai giornalisti partecipanti di acquisire 5 crediti validi per la formazione permanente, previa iscrizione tramite la piattaforma SIGeF.
Maggiori informazioni sul Fondo per il contrasto della Povertà Educativa Minorile sono disponibili su www.conibambini.org
Un bando per contrastare i cambiamenti climatici – Fondazioneconilsud.it
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Un bando per contrastare i cambiamenti climatici
ROMA – 6 Maggio 2019
Da pixabay.com, foto di NiklasPntk
La lotta al cambiamento climatico è sicuramente al centro dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, ma per una battaglia veramente efficace non si può prescindere dalla diffusione di una maggiore conoscenza del problema per acquisire più consapevolezza e cambiare i propri comportamenti.
Con questa convinzione, la Fondazione CON IL SUD sostiene per la seconda edizione consecutiva il bando B circular, fight climate change!, che si propone di favorire la diffusione di stili di vita sostenibili incubando, co-progettando e finanziando idee e iniziative di comunicazione, advocacy e sensibilizzazione promosse da piccole organizzazioni della società civile italiana e finalizzate a far crescere la consapevolezza dei cittadini sul tema del cambiamento climatico.
Il bando si inserisce all’interno dell’iniziativa NOPLANETB co-finanziata a punto.sud dall’Unione Europea, e intende contribuire a perseguire i Sustainable Development Goals (SDGs) 12 e 13 rispettivamente per la Produzione e consumo responsabili e per la Lotta contro il cambiamento climatico.
Il budget complessivo del bando è pari a 380 mila euro, co-finanziati da punto.sud, Fondazione CON IL SUD e Fondazione Cariplo. Possono richiedere un contributo gli enti no profit aventi sede legale o operativa in una delle seguenti aree geografiche: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Lombardia e province di Novara e Verbano-Cusio-Osssola.
Il bando è a 2 fasi e la scadenza per aderire alla prima fase è il 14 giugno 2019 alle ore 15.00.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito italiano di NOPLANETB >>.
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La Spagna torna nei Quartieri Spagnoli attraverso l’arte. Italia e Spagna dialogano da un remoto passato. È il dialogo di due popoli mediterranei, uniti non solo dallo stesso mare, ma anche da storie e identità condivise.
Il 6 maggio l’Ambasciatore di Spagna in Italia, Alfonso Dastis, si recherà nella sede di FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli Onlus per sottoscrivere un Accordo di Collaborazione che sancirà l’impegno della Spagna in progetti di sviluppo sociale e culturale nei Quartieri Spagnoli di Napoli, atto che testimonia l’antica amicizia fra il popolo italiano e quello spagnolo.
L’artista spagnolo José Molina, che da molti anni vive in Italia, su invito dell’Ambasciata di Spagna in Italia, ha realizzato una scultura, dal titolo Hermanos, che celebra quest’amicizia. Molina donerà l’opera a FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli Onlus, che ha sede nei Quartieri Spagnoli e da diversi anni ha scelto di essere il tessuto connettivo di quest’area per creare sviluppo sociale, culturale ed economico. Alla cerimonia presenzieranno S.E. l’Ambasciatore di Spagna in Italia, Alfonso Dastis, e il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
L’evento fa parte parte del programma La Cultura è Capitale, organizzato dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna, a cura di Andrea Iezzi, in collaborazione con la Fondazione CON IL SUD, tra Napoli, Matera, Messina, e Roma per celebrare MATERA 2019 Capitale Europea della Cultura.
Nota sull’autore: José Molina nasce a Madrid nel 1965. All’età di undici anni inizia la sua formazione in diverse scuole d’arte. A diciotto anni inizia a lavorare nel settore pubblicitario e nel frattempo completa i suoi studi presso l’Università di Belle Arti di Madrid. Ha presentato le sue opere in prestigiose istituzioni quali La Triennale di Milano, Fondazione Stelline, Fondazione Mudima, la Real Academia de España a Roma, il Museo Poldi Pezzoli, il Palazzo Reale di Caserta, il Museo Civico di Bressanone, e il Palazzo Ducale di Modena. Le sue opere sono state esposte a New York presso la Galleria Able Fine Art e a Miami presso Context Art Fair. Ha una presenza espositiva stabile anche in Asia.
Iniziativa per la valorizzazione di un fondo agricolo incolto confiscato alla camorra nel comune di Cancello ed Arnone (CE).
A disposizione 300 mila euro per un intervento capace di riqualificare il terreno e favorire l’inserimento sociale e lavorativo di giovani e persone svantaggiate.
Con il bando “Terra di Lavoro Vero”, la Fondazione CON IL SUD mette a disposizione 300 mila euro di risorse private per sostenere un progetto capace di rimettere a coltura un fondo di 13 ettari, situato nel comune di Cancello ed Arnone (CE), nell’ottica di creare anche opportunità di lavoro per la comunità locale, in particolare per le persone svantaggiate.
Il bando “Terra di Lavoro Vero” coniuga due temi e due tipologie di ‘beni comuni’, beni confiscati e terreni incolti, che, al di là del loro importante aspetto simbolico, rappresentano una straordinaria opportunità di sviluppo sociale ed economico.
“Questo bando, sebbene strettamente legato a un territorio, rilancia un tema di portata e interesse nazionale, quello della valorizzazione dei beni comuni come opportunità di sviluppo locale – ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. Soprattutto in questo caso, trattandosi di terreni confiscati, oltre che per il potente valore simbolico, l’iniziativa rappresenta una concreta possibilità di cambiamento anche per le opportunità di lavoro offerte ai giovani”.
L’invito è rivolto alle organizzazioni del Terzo settore della provincia di Caserta, che possono presentare in qualità di soggetto responsabile proposte di progetto basate sulla rivitalizzazione delle tradizioni legate all’agricoltura e all’allevamento, sulle innovazioni tecnologiche e colturali in grado di favorire sia l’inclusione sociale, che nuove opportunità per i giovani talenti a rischio di esodo.
Il partenariato dovrà prevedere la partecipazione di almeno altri due soggetti – preferibilmente ma non necessariamente del casertano – di cui almeno uno del Terzo settore e gli altri afferenti anche al mondo economico, delle istituzioni, dell’università, della ricerca.
Le attività da svolgere sul terreno, che sarà dato in concessione gratuita per 10 anni dal comune di Cancello ed Arnone a favore del soggetto responsabile del progetto selezionato, dovranno essere coerenti con le caratteristiche del fondo e oltre alla coltivazione e allevamento potranno essere attività di tipo sociale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo, ecc., purché strettamente connesse e accessorie a quelle di carattere agricolo.
“È un momento di grande soddisfazione per il territorio – ha dichiarato il sindaco di Cancello ed Arnone, Raffaele Ambrosca – poiché da risorse inespresse e abbandonatane si trae sviluppo e lavoro per la nostra comunità”.
Cancello ed Arnone, comune di 5.900 abitanti, dispone di terreni confiscati che rappresentano oltre il 3% del totale dei beni confiscati dislocati nei 104 comuni della provincia di Caserta. La valorizzazione di tali fondi diventa perciò una grande opportunità, soprattutto per i giovani, non solo per garantire reddito e occupazione ma anche per favorire il consolidamento o la rinascita di quelle reti di connessione sociale che hanno costituito per secoli l’ossatura della vita umana nel Mezzogiorno. È possibile partecipare tramite il portale Chàiros entro il 5 giugno 2019.
Sul tema dei beni comuni, la Fondazione promuove bandi in diversi ambiti: “Bando beni confiscati” per il recupero e la valorizzazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata; “Bando Il bene torna comune” per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale; “Bando Ambiente” per la tutela, conservazione e promozione del patrimonio ambientale; “Bando Terre colte” per la messa a coltura di terreni a lungo abbandonati.
12°compleanno della Fondazione CON IL SUD: 7-9 agosto 2019 Castelbuono (PA)
ROMA – 11 Aprile 2019
il 12esimo compleanno della Fondazione Con Il Sud
In tour nel Sud più bello, dove il rock e l’amore per la terra creano nuovi modelli di sviluppo
Dal 7 al 9 agosto, la Fondazione CON IL SUD in occasione del suo dodicesimo compleanno accompagnerà un gruppo di giornalisti, inviati della stampa estera, referenti di fondazioni nazionali e internazionali alla scoperta della “rivoluzione lenta, ma rock” avviata a Castelbuono.
Poco più di 8 mila abitanti, al fresco della collina madonita e vicino al mare, Castelbuono è noto soprattutto per la sua preziosa “manna” la cui raccolta, unica al mondo, avviene proprio ad agosto. Sarà un vero e proprio viaggio per scoprire la sperimentazione di sviluppo locale dal basso promossa dalla Fondazione, che coinvolge organizzazioni, giovani, agricoltori, cittadini. Un viaggio per conoscere una comunità che, partendo dalla coesione sociale e dalle ricchezze del proprio territorio, ha avviato un modo nuovo di fare sviluppo locale al Sud e di essere interprete del proprio futuro.
Tre giorni di incontri con i protagonisti di questo cambiamento, con visite nei campi, caseifici, antiche chiese in disuso e ristrutturate, tra i vicoletti del borgo, suggestivi panorami e sapori unici. Un’occasione per vedere e ascoltare le storie più belle di questo territorio. Il tour è in concomitanza con la preparazione del Festival internazionale Ypsigrock (8-12 agosto), storico appuntamento che richiama migliaia di giovani da tutta Europa.
C’è un luogo in Sicilia in cui è in corso una lenta ma costante piccola “rivoluzione”. È Castelbuono, un paese con poco più di 8 mila abitanti in provincia di Palermo, individuato anni fa per le sue significative potenzialità dalla Fondazione CON IL SUD per avviare una sperimentazione di sviluppo locale “partecipato”.
Al fresco della collina e a pochi chilometri dal mare, nel borgo siciliano posto nelle Madonie l’innovazione sociale trova da tempo terreno fertile. Non a caso, ormai da oltre 10 anni la raccolta differenziata porta a porta si fa in modo ecologico e originale grazie al supporto degli asini e al coinvolgimento di persone svantaggiate. Storica meta di villeggiatura per i palermitani, ottima cucina, grande fermento culturale e una presenza unica, quella della “manna”, una resina “miracolosa” raccolta in estate con tecniche antichissime solo dagli alberi di frassino di quest’area. Una sostanza preziosa, e molto costosa, dai mille usi: nella cosmetica, nella farmaceutica, nella produzione dolciaria. Una risorsa unica anche per lo sviluppo del territorio.
Una manna che non viene dal cielo
Negli ultimi decenni la raccolta e lavorazione di questa preziosa resina è andata via via scemando, praticata solo da pochi “vecchi appassionati”. Come accade al Sud, tantissimi giovani hanno deciso di emigrare.
Il rischio concreto di oblio e di perdita di una importante leva di sviluppo, tramandata gelosamente per generazioni da padre in figlio, è stato arginato grazie all’intervento della Fondazione CON IL SUD che ha permesso di mettere insieme in un unico consorzio 4 cooperative (3 delle quali sono sociali), coinvolgendo nelle attività oltre 40 lavoratori e formando 30 giovani frassinocoltori.
La voglia è quella di costruire qui il proprio futuro. Oggi questa speranza torna ad essere reale: basti pensare che finora sono stati recuperati 60 ettari di frassineti incolti e prodotti in un solo biennio oltre 1500 kg di manna, creando occupazione e occasione di sviluppo.
Il cibo buono che unisce la comunità
Tra le protagoniste di questa sperimentazione di sviluppo locale ci sono le campagne intorno a Castelbuono: è qui che grazie al sostegno della Fondazione CON IL SUD nasce “Agri-Etica”, un progetto di agricoltura sociale bio che coinvolge giovani disoccupati, under 50 senza lavoro, persone con disturbi psichici, con situazioni di svantaggio socioeconomico e sottoposti al sistema di “messa alla prova”.
Insieme coltivano ortaggi – rigorosamente seguendo metodi naturali – rivenduti nel punto vendita nel centro del paese e distribuiti tramite gas, cooperative locali e porta a porta. Gli abitanti hanno messo a disposizione le terre incolte, superando con gesti concreti diffidenza e individualismo. Nelle campagne si allevano anche mucche e ovini, e il latte verrà presto lavorato per produrre gustosi formaggi e latticini biologici nel caseificio gestito da Agri-etica.
Rock per tutti!
Per la prima volta, grazie a un processo di progettazione partecipata, è stata la comunità a scegliere su quali idee investire. Una cittadina inserita nella Strategia nazionale sulle aree interne, ma che nel tempo resiste più di altri allo spopolamento grazie un’intensa attività del Terzo settore e al suo fermento culturale.
Non a caso, l’investimento della Fondazione CON IL SUD renderà accessibile uno storico festival internazionale cui partecipano da 23 anni migliaia di persone. È l’Ypsigrock, atteso appuntamento estivo grazie al quale hanno suonato nel cuore delle Madonie artisti di fama internazionale come The Jesus And Mary Chain e i Motorpsycho. Con il progetto “Tutti inclusi”, il festival si apre ad accogliere persone con varie disabilità. I primi interventi per l’accessibilità saranno sperimentati nell’edizione di quest’anno dall’8 all’11 agosto, durante la quale si esibiranno artisti del calibro dei The National, in Italia per la loro unica data estiva.
Povertà educativa minorile: presentato il secondo rapporto nazionale
ROMA – 10 Aprile 2019
Sono i minori i più colpiti dalla povertà assoluta. Nel 2005 era assolutamente povero il 3,9% dei minori di 18 anni, un decennio dopo la percentuale di bambini e adolescenti in povertà è triplicata, e attualmente supera il 12%. È quanto emerge dal secondo Rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia presentato oggi a Roma, presso il Centro Congressi Università Sapienza e organizzato da Con i Bambini.
Questa crescita – si legge ancora nel testo – ha allargato il divario tra le generazioni. Nell’Italia di oggi più una persona è giovane, più è probabile che si trovi in povertà assoluta. L’Italia ha quindi un enorme problema con la povertà minorile e giovanile da affrontare. E non riguarda solo la condizione economica attuale. Riguarda soprattutto il futuro, la possibilità, anche per chi nasce in una famiglia povera, di avere a disposizione gli strumenti per sottrarsi da adulto alla marginalità sociale.
“Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è uno degli strumenti più innovativi nel campo della lotta alla povertà attivi nel nostro Paese – ha spiegato a margine dell’incontro Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri. È nato grazie a un accordo fra Fondazioni di origine bancaria, Governo e Forum Nazionale del Terzo settore. Coinvolge l’intera comunità educante: scuola, terzo settore, enti locali e famiglie e sta attivando le migliori energie del Paese nello sforzo comune per combattere un’emergenza che deve essere una priorità di un paese civile. Il secondo Rapporto sulla povertà educativa minorile di Openpolis e Con i Bambini contribuirà ad accendere ancora di più i riflettori su questa tematica e a evidenziarne l’impatto in maniera ancora più dettagliata”.
Il risvolto del problema è soprattutto educativo. Le famiglie più povere sono generalmente quelle con minore scolarizzazione. L’incidenza della povertà assoluta è infatti più che doppia nei nuclei familiari dove la persona di riferimento non ha il diploma. Contrastare la povertà nella fascia più giovane della popolazione significa offrire concretamente a tutti i bambini e gli adolescenti, a prescindere dal reddito dei genitori, uguali opportunità educative. Infatti, rispetto alla media europea, l’Italia tende a investire meno in istruzione.
“Con il secondo rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia, abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sulla presenza e accessibilità dei servizi per i minori nel nostro Paese. Il lavoro dell’Osservatorio Openpolis – Con i Bambini è molto importante per due ordini di motivi – ha spiegato Carlo Borgomeo, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini. Da una parte la conoscenza sempre più approfondita e puntuale del fenomeno della povertà educativa è indispensabile per orientare le attività promosse dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dall’altra contribuisce in modo decisivo all’azione di advocacy, che resta un obiettivo centrale della nostra iniziativa. Aggredire in modo puntuale e organico il fenomeno della povertà educativa minorile, non riguarda solo la sfera dei diritti, seppur importante, ma anche il tema dello sviluppo del Paese”.
Per decenni l’asilo nido è stato considerato solo nella sua funzione sociale, di assistenza alla famiglia. È una acquisizione più recente il suo ruolo educativo: è infatti nella primissima infanzia che si gettano le basi di tutti gli apprendimenti futuri del bambino. Perciò il contrasto alla povertà educativa non può prescindere dall’estensione di questo servizio.
L’Ue nel 2002 ha stabilito come obiettivo per gli stati membri di arrivare almeno a 33 su 100 posti in asili nido o servizi prima infanzia per i bambini con meno di 3 anni – viene ancora sottolineato nel Rapporto realizzato da Openpolis e ConiBambini. Rispetto a questo obiettivo l’Italia è ancora indietro. In termini assoluti, a fronte di una platea potenziale di 1,5 milioni di bambini, sono circa 350 mila i posti disponibili (di cui il 90% in asili nido, mentre la parte restante in servizi integrativi). Un elemento da non sottovalutare è che sulla copertura degli asili nido incide un vistoso calo della popolazione tra 0 e 2 anni, -16,70% di bambini con meno di tre anni tra 2011 al 2018. Nello stesso periodo la popolazione complessiva è rimasta stabile sui 60 milioni di abitanti.
Le disuguaglianze educative ed economiche spesso si sommano ad altre di tipo territoriale, come può avvenire nelle aree interne. Il problema maggiore dei comuni che si trovano in queste zone è la scarsità dei servizi sul territorio (in tutti gli ambiti, non solo quello educativo) e la difficoltà di raggiungere i centri in cui sono presenti, dati i lunghi tempi di percorrenza. Distanza e carenza di servizi hanno condannato le aree interne ad una progressiva marginalità, a partire dalla metà del secolo scorso. Se isoliamo la tendenza demografica dei soli giovani in età per andare a scuola (6-18 anni), ci accorgiamo di una profonda disparità tra i centri e le aree più periferiche del paese. Nei comuni polo e cintura, per quanto faticosamente, il numero di ragazzi tra 6 e 18 anni tutto sommato tiene. Mentre è nell’Italia interna, quella dei comuni intermedi, periferici e ultraperiferici, che la popolazione in età per la scuola sta calando in modo più consistente.
“In un Paese dove l’ascensore sociale è rotto e due terzi dei bambini con i genitori senza diploma resta con lo stesso livello d’istruzione, è indispensabile un forte investimento sull’educazione, intesa in senso lato, dalla scuola ai servizi rivolti ai minori – ha commentato Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale Openpolis. Purtroppo l’Italia è quintultima in Europa per spesa in istruzione, con appena il 3,9% del Pil. Molto al di sotto della media europea del 4,7%. Un quadro generale preoccupante ma che al suo interno contiene numerose ulteriori criticità, come le differenze fra le aree del Paese. Profonde disuguaglianze ci sono fra Centro e Periferia (esempio: aumentano le famiglie nei comuni cintura); fra Nord e Sud (esempio: le 5 regioni che offrono meno posti in asilo nido sono tutte del Mezzogiorno, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania); fra comuni più connessi e aree interne (esempio: 10,3% dei ragazzi tra 14 e 18 anni residenti in Italia vive in un comune interno senza scuola superiore statale)”.
In Italia in media la popolazione con meno di 18 anni rappresenta il 16,2% dei residenti. La concentrazione di minori è più bassa agli opposti della classificazione: nei comuni polo, in gran parte capoluoghi, e nei comuni delle aree interne. Nei comuni periferici e ultraperiferici, la popolazione con meno di 18 anni arriva a malapena al 15%. Mentre la quota cresce fino al 17% nei comuni di cintura, ovvero gli agglomerati urbani attorno alle città maggiori, e nei poli intercomunali. Questi sono gruppi di comuni limitrofi che, sebbene presi da soli non costituiscano un polo, complessivamente offrono un livello di servizi paragonabile a quello dei centri maggiori. Nelle aree interne il ruolo della scuola è importante anche come fattore di coesione territoriale. Allo stesso tempo, per ragioni che chiamano in causa la perifericità di queste zone, l’offerta educativa può risultare compromessa.
“I dati sulla povertà educativa minorile nel nostro Paese sono allarmanti e ancora troppo forti sono le disparità nell’accesso ai servizi educativi per bambini e ragazzi – ha dichiarato Stefano Tassinari del coordinamento nazionale del Forum del Terzo Settore. Avere accesso ad una educazione di qualità è non solo un diritto fondamentale, ma la prima strategia di azione efficace contro la crescita esponenziale delle diseguaglianze e della povertà. È necessario un piano di contrasto alla povertà educativa che convochi attivamente le nostre comunità, e tutte le persone che le abitano. Solo così si può immaginare una politica di contrasto alle diseguaglianze che sia ambiziosa, anche nell’essere volano di nuovo sviluppo, civile ed economico”.
L’elevata mobilità degli insegnanti, in primo luogo, che fa venir meno la continuità didattica per le ragazze e i ragazzi, strutture sottodimensionate o difficilmente raggiungibili, e più in generale difficoltà di accedere a scuole dove i livelli di apprendimento e la qualità educativa sono equivalenti a quelle dei centri maggiori aggravano ancora di più le con dizioni dei ragazzi che vivono in quelle aree. Inoltre, questo comporta la difficoltà per gli istituti nelle aree interne di essere attrattivi, sia per i professori che per gli studenti, come si osserva mettendo in relazione il numero di alunni che frequentano la scuola in un comune con i residenti della stessa fascia d’età in quel comune.
“La povertà educativa minorile è spesso causa ed effetto di quella economica – ha precisato nelle conclusioni dell’incontro Stefano Buffagni, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Presidente Comitato Indirizzo Strategico del Fondo. Dal Rapporto emerge un quadro impietoso e disarmante dell’Italia, dove la scarsa mobilità sociale in atto in questi anni si ripercuote principalmente nella crescita dei bambini. Scuole e asili sono, devono essere, la base per ricucire il Paese. Le scuole devono rappresentare un forte strumento di livellamento sociale e questo deve partire dalla garanzia per i minori di avere maggiori servizi e opportunità. Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è uno strumento necessario per intervenire in quella fetta di povertà che riguarda i più piccoli e le loro famiglie. È compito nostro, della politica, delle istituzioni mettere in campo azioni concrete per combattere qualsiasi forma di povertà, a partire dai minori. Per questo il sostegno del Governo al Fondo non poteva e non può mancare e, aggiungo, non mancherà mai”.
L’osservatorio povertà educativa #conibambini mappa la presenza e la qualità dei servizi in tutti i comuni italiani su scuola, cultura, sport e servizi sociali per promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia. Temi che devono essere messi al centro dell’agenda politica italiana.La banca dati comunale sui servizi per i minori è realizzata individuando, raccogliendo e sistematizzato una serie di basi di dati che erano disperse tra fonti pubbliche diverse, aggregandole in un’unica infrastruttura. A partire da questa base dati – accessibile in un’ottica di data journalism – è possibile produrre analisi e riflessioni che contribuiscano a un dibattito strutturato sulle opportunità che il paese sta offrendo ai bambini e agli adolescenti.
City Nature Challenge approda in Italia: dove, come e quando
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City Nature Challenge approda in Italia: dove, come e quando
ROMA – 8 Aprile 2019
Dalla pagina Facebook dell’iniziativa “Cluster Italia – City Nature Challenge 2019
Dal 26 al 29 aprile le città di Ostuni, Trinitapoli, Napoli, Trento, Catania, Lecce e Taranto partecipano alla prima edizione italiana della City Nature Challenge, il contest fotografico per mappare la biodiversità urbana. Una competizione in stile Bio-Blitz in cui le città sono in gara una contro l’altra con l’obiettivo di registrare il maggior numero di osservazioni naturalistiche su flora e fauna selvatica, coinvolgendo il maggior numero di persone.
Perché partecipare alla City Nature Challenge 2019? La natura è intorno a noi, anche nelle nostre città. Conoscere quali specie sono nella nostra città e dove sono ci aiuta a studiarle e proteggerle, ma l’unico modo per farlo è lavorare insieme, scienziati, amministratori del territorio e cittadini, per trovare e documentare la natura. Con la partecipazione alla City Nature Challenge, non solo si impara di più sullanatura locale, ma si può anche rendere la città un posto migliore per tutte le specie viventi.
Per partecipare, basta scattare quante più foto possibili di qualsiasi tipo di specie vivente avvistata nella propria città e condividere foto e osservazioni tramite l’applicazione Natusfera – disponibile su Play Store e App Store. Al termine della sfida la città che si sarà aggiudicata il maggior numero di osservazioni naturalistiche, il maggior numero di specie registrate o il maggior numero di persone coinvolte sarà incoronata vincitrice del contest.
A cavallo fra una competizione agonistica e un concorso di fotografia, la City Nature Challenge nasce nel 2016 con l’obiettivo di documentare le piante e la fauna selvatica nelle città di tutto il mondo, coinvolgendo inizialmente le sole città di Los Angeles e San Francisco fra le quali sussiste una nota rivalità. L’entusiasmo e l’interesse da parte dei numerosi partecipanti – oltre 20.000 osservazioni da più di 1000 persone in una settimana per la catalogazione circa 1600 specie in ogni località – ha spinto gli organizzatori a promuovere la City Nature Challenge come evento internazionale. Da quest’anno, grazie ad un esteso partenariato che comprende anche la Fondazione CON IL SUD, le città italiane entrano in gioco.
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